Miaeconomia 22-5-2002
 
Perché l'Unipol ha buttato via 14 milioni di euro?



di Beppe Scienza (Università di Torino)

Un prestito al 2,25%. Chi non farebbe i salti di gioia a trovare denaro così a buon mercato? Che dire allora della compagnia d'assicurazioni Unipol? Aveva un'obbligazione a un tasso così basso e l'ha rimborsata anticipatamente, quando invece poteva aspettare fino al 30 giugno 2005.
Di per sé la cosa dovrebbe rallegrarmi, se mi è permessa una nota personale. Infatti nella mia pagina all'Università di Torino http://www.personalweb.unito.it/giuseppe.scienza/index.htm segnalo alcune obbligazioni interessanti, rivolgendomi soprattutto ai lettori de Il risparmio tradito o dei miei articoli. E l'anno scorso avevo consigliato, fra gli altri, anche questo titolo, che era abbastanza conveniente anche aspettando la sua naturale scadenza. Così s'è invece trasformato in un affarone, venendo a rendere (su base annua) circa il 35% netto. Chi poteva però aspettarsi un comportamento così autolesionistico da parte dell'emittente?
Rimborsando le Unipol 2000-05 2,25% (codice Abi 147627), gli amministratori della società hanno infatti procurato un bel danno agli azionisti. Anzichè restituire i 318 miliardi di lire del prestito, bastava che comprassero banalissimi Buoni del Tesoro Poliennale di pari durata. Per esempio i Btp 1-7-2005, che rendevano sul 4,65% annuo. La differenza fra i due tassi avrebbe fruttato circa 12,8 milioni di euro da adesso alla scadenza.
Analogo discorso vale per le Unipol 2000-05 3,75% (codice Abi 147628), parimenti rimborsate. Qui il danno è stato minore, ma pur sempre sui 1,3 milioni di euro. Insomma, la compagnia d'assicurazioni bolognese ha dato un calcio a quasi 27 miliardi di lire da ora al 2005.

Silenzio dei fondi. Di fronte a una scelta così perniciosa per gli azionisti, uno si sarebbe aspettato qualche reazione da quanti si vantano di tutelare gli interessi degl'investitori. In particolare dai gestori dei fondi azionari che avevano in pancia azioni Unipol. Invece niente. Silenzio di tomba. Al che delle due l'una. O non hanno capito, cosa possibile perché, a giudicare dei risultati, i gestori italiani non brillano certo per perspicacia. Oppure se ne sono accorti, ma la finanza è un salotto buono in cui non bisogna criticare chi rompe un vaso cinese, per altro non suo.

Strani acquisti. In realtà la faccenda puzza. Merita quindi andare a fondo. Infatti a inizio marzo l'Unipol comunica il rimborso alla pari dei due prestiti, che ovviamente si portano subito vicino ai 100 euro. Ma cos'era accaduto in precedenza? Andando a vedere gli acquisti in borsa,ne vengono fuori delle belle.
Si tratta infatti di due obbligazioni generalmente poco trattate, con volumi giornalieri nell'ordine dei 20-30 o tutt'al più un centinaio di migliaia di euro. Curioso quindi che in gennaio e febbraio qualcuno spunti su come un fungo e in singoli giorni compri milioni di euro del titolo al 2,25%. Il 24 gennaio addirittura 20 milioni di euro al prezzo di 93. Altri casi di volumi anomali, e un grafico, sono consultabili sempre sulla mia home page al Dipartimento di Matematica.
L'emissione al 3,75% aveva ancora meno mercato e alcune sedute non veniva neppure scambiata. Ma il 28 gennaio scopriamo un volume di 9,8 milioni di euro al prezzo di 97.
Tutti questi sono dati pubblici, facilmente reperibili sullo stesso Sole 24 Ore. Stupisce quindi nella sezione "Risparmio & Famiglia" non se ne faccia parola nella risposta a una lettera che giustamente adombra il sospetto di irregolarità (5-5-2002, p. 24). Per i giornalisti del quotidiano della Confindustria è troppa fatica consultare i numeri passati della loro testata?

Cosa fa la Consob? Una piccola indagine dell'organo di controllo sarebbe opportuna. E' infatti molto strano che qualcuno certi giorni abbia improvvisamente fatto acquisti così mastodontici, per giunta a prezzi poco convenienti. Da inizio 2002 le quotazioni del reddito fisso sono generalmente scese, quelle delle Unipol 2000-2005 invece salite. Dunque non si vede proprio l'interesse a tali acquisti, a meno di sapere in anticipo dell'imminente rimborso. Inoltre è stupefacente che ci fosse qualcuno bello pronto, per esempio il 24 gennaio, a vendere una tale barca di titoli.
Tutto questo è sorprendente. Abbiamo cercato lumi da parte dell'Unipol, ma c'è stato raccontato che le obbligazioni erano state rimborsate perché il tasso d'interesse era alto (!). Abbiamo insistito per ottenere qualche giustificazione meno strampalata, ma nonostante ripetute telefonate la stiamo ancora aspettando.
A questo punto viene addirittura il dubbio che il rimborso anticipato, in spregio agli interessi della società, sia stato deciso proprio per permettere quegli strani acquisti.

Beppe Scienza (mailto:beppe.scienza@unito.it) è autore del libro Il risparmio tradito e commentatore finanziario per diverse testate nazionali.