Scandali al sole - 19 novembre 2003 ore 9:15

Il funerale del credito d’imposta

per i piccoli risparmiatori

di Beppe Scienza

 

I risparmiatori che hanno investito direttamente in azioni, incuranti di tutte le frottole che gli vengono raccontate per convogliarli nel risparmio gestito, finora hanno goduto d’un trattamento più favorevole se il loro reddito era medio o basso (in particolare inferiore a 70.000 euro l’anno). Questo trattamento di favore – in realtà  una pura e semplice forma di equità fiscale – è detto tecnicamente credito d’imposta sui dividendi. Scegliendo di incassare i dividendi in forma piena, senza pagare la cosiddetta cedolare secca del 12,5%, e dichiarandoli poi nel modello 730 o Unico, è infatti maggiore l’importo che viene in tasca.

 

Dal 2004 questo cambierà col Decreto Legge collegato alla Legge Finanziaria 2004. E cambierà in peggio per chi ha redditi bassi o medi, come mostra la tabella seguente, che tiene conto dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali, stimate in un 1% complessivo.

 

Quanto si ottiene ogni 100 euro 

di dividendi distribuiti

 

Reddito annuo

 

Col credito d’imposta

Con la cedolare secca

Perdita percentuale

Fino a 15.000 euro

118,8 euro

 

87,5 euro

-26%

Da 15.000 a 29.000 euro

 

109,4 euro

87,5 euro

-20%

Da 29.000 a 32.600 euro

106,3 euro

 

87,5 euro

-18%

Da 32.600 a 70.000 euro

 93,8 euro

 

87,5 euro

 -7%

Oltre il 70.000 euro

scelta non

opportuna

87,5 euro

nessuna

 

Per il 2004 vi saranno  modifiche anche per gli azionisti di maggioranza o comunque con quote significative (c.d. partecipazioni qualificate), nonché per le società, sia per i dividendi incassati sia per il capital gain. Per queste fattispecie i cambiamenti sono più complessi con vantaggi ad esempio quando si realizzano plusvalenze.