20 luglio 2001
"Bisogna dire non solo la verità, ma anche la causa dell'errore".
Comincia, così, con una citazione da Aristotele, un libro che, in
onore del Filosofo, dice subito verità e causa dell'errore
nel titolo e nel sottotitolo: Il risparmio tradito - Come difendersi
da bancari, assicuratori... e giornalisti. Un attacco preciso e
documentato contro i fondi comuni di investimento, che stanno deludendo
molti risparmiatori, e soprattutto contro il giornalismo economico, accusato
di errori e omissioni anche gravi nei confronti di queste forme di investimento.
"Con questo libro ho voluto colpire soprattutto un mostro sacro: Il
Sole 24 Ore", dichiara ad Affari Italiani l'autore Beppe Scienza,
professore di matematica all'Università di Torino, consulente di
società finanziarie e assicurative e collaboratore di molte testate
giornalistiche, dal Corriere della Sera alla Repubblica,
dal Manifesto a Milano Finanza, dalla Stampa a Capital.
Professor Scienza, perché se la prende tanto con Il Sole
24 Ore?
Perchè è il quotidiano che ha una posizione di leader
nell'informazione economica italiana. Dalle testate più piccole
ci si aspetta magari qualche imprecisione, ma dal Sole no, per la
sua presunta autorevolezza. Ho voluto dimostrare che invece è un
giornale che fa errori esattamente come tutti gli altri, ma nel caso del
Sole
è più grave proprio per il suo ruolo di leader e perché
è il quotidiano della Confindustria.
Il suo libro ha un titolo eloquente: il risparmio tradito. Chi è
stato tradito e da che cosa?
Solo stati traditi coloro che hanno investito soldi nei fondi comuni.
Ho denunciato i difetti del risparmio gestito, che ha rendimenti scadenti,
e la frottola della previdenza integrativa, che si è rivelata più
rischiosa dell'Inps. Qualcuno di recente ha cominciato a dire che il risparmio
gestito non è tutto oro colato, ma nessuno si è ancora reso
conto dell'inefficienza e dell'inadeguatezza della previdenza integrativa.
Perchè la ritiene così rischiosa?
Per tre motivi. Il primo è che a lungo termine non garantisce
dall'inflazione. Il secondo motivo è il rischio di insolvenza delle
compagnie: per la previdenza integrativa non c'è un fondo di garanzia
come per i depositi bancari, mentre l'Inps può sempre ricorrere
alle imposte. Terza ragione, i rendimenti, che sono più bassi di
quanto si possa ottenere senza ricorrere ai fondi comuni: investendo da
soli, in pratica, si ha lo stesso risultato, ma si risparmiano le spese
di gestione e le commissioni. E la responsabilità di questa mancata
informazione è della stampa economica.
Per quale motivo i giornali finanziari non parlano di questi rischi
del risparmio gestito?
Innanzitutto perché il risparmio gestito, anche previdenziale,
è un grande business. I giornali economici, Il Sole 24
Ore e Il Mondo in testa, hanno sposato da anni questa causa,
sostenendo soprattutto le polizze vita, con l'obiettivo di creare un clima
di preoccupazione intorno all'Inps e di spingere invece sulle pensioni
private. Il motivo è anche nella scarsa competenza dei giornalisti
e il risultato è un atteggiamento celebrativo che, se non è
è connivente, è quanto meno fantozziano. Molto dipende inoltre
dall'influenza della pubblicità sui giornali: la stampa economica
da questo punto di vista è come quella femminile, dove ci sono articoli
che parlano degli stessi prodotti che in altre pagine compaiono come inserzioni
pubblicitarie. Spesso c'è una strana sintonia tra le frasi che si
leggono nelle pubblicità di strumenti finanziari e quelle riportate
in articoli sullo stesso giornale.
Ha avuto difficoltà a pubblicare il suo libro?
Molte: ho collezionato diciotto rifiuti. Avevo terminato il libro nel
1997 e doveva essere pubblicato dalla casa editrice Il Saggiatore: avevo
già firmato il contratto e avevo anche riscosso l'anticipo, tre
milioni e mezzo di lire, quando all'ultimo minuto Luca Formenton mi disse
che preferiva non pubblicarlo. Nel 1999 avevvo concluso un altro contratto
con gli Editori Riuniti, che però purtroppo furono travolti da problemi
finanziari. Mi hanno detto di no in tanti, tra i quali Mondadori, Rizzoli,
Baldini e Castoldi, Longanesi; Donzelli rifiutò perché, disse,
"non aveva la collana" in cui pubblicare il libro, Kaos era incerto e fece
un sondaggio tra i librai, i quali risposero che il libro non rientrava
nella loro immagine. Alla fine sono approdato alla Libreria Cortina, una
casa editrice scientifica che ha accettato senza problemi.
Come sta andando il libro?
E' uscito da un mese circa e c'è qualche difficoltà nella
distribuzione, ma siamo già alla terza ristampa.
Ha avuto reazioni da parte delle società chiamate in causa?
Mi ha contattato una banca, che mi ha proposto un incontro, e soprattutto
un sindacalista del settore bancario, che mi ha detto di essere pienamente
d'accordo con quello che ho scritto. Ne sono contento, perché il
mio obiettivo è quello di aprire un dibattito su questi temi.
Ha già in mente l'argomento per il prossimo libro?
Per ora no, mi prenderò un po' di riposo. Ma mi piacerebbe approfondire
la questione della previdenza integrativa, che è proprio una presa
in giro.
di Marialetizia Mele
Il risparmio tradito
di Beppe Scienza
Edizioni Libreria Cortina, Torino
Lire 24.000