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TI FIDI DI QUELLO CHE SCRIVONO I GIORNALISTI FINANZIARI?
"Le storture più gravi dell'informazione economica italiana sono
attribuibili solo in parte a conflitti d'interesse. Certamente questo tocca
il Sole-24 Ore. Visto che appartiene alla Confindustria non
ci si può certo aspettare un atteggiamento critico sulle vicende
delle società, quotate in Borsa, che indirettamente lo controllano.
Ma c'è altro che non va ed è ancora più grave."
Dopo il grido d'allarme lanciato dal governatore della Banca d'Italia
Antonio Fazio sui giornalisti finanziari, anche Beppe Scienza (mailto:beppe.scienza@unito.it),
docente all'Università di Torino e autore di un noto libro di denuncia
(Il risparmio tradito - Come difendersi da bancari, assicuratori e giornalisti,
Ediz. Libreria Cortina Torino), attacca la stampa economica
Professor Scienza, quali sono i principali difetti del giornalismo
finanziario?
"L'atteggiamento ossequioso e i toni celebrativi, o addirittura agiografici,
nei confronti del risparmio (mal) gestito e della scalcagnata previdenza
privata. Questo è il vero problema: spesso gli articoli sull'argomento
sembrano testi pubblicitari. Evidentemente è più comodo copiare
i comunicati stampa di banche e assicurazioni, anzichè fare approfondimenti
e analisi per conto proprio. Certi strafalcioni e confronti sbilenchi non
si spiegherebbero altrimenti".
Può fare qualche esempio?
"Volentieri. Prendiamo i fondi azionari specializzati sulle azioni
italiane. Per fare un confronto corretto bisogna tener conto dei dividendi
e del capital gain, che gioca con un meccanismo particolare nel caso di
perdite. Per esempio per il 2001 un fondo allineato all'indice di Borsa
avrebbe avuto una performance negativa pari a -19,4%. Questo è il
dato da prendere a riferimento".
Bene, e allora cosa c'è che non va?
"Il fatto che la stampa economica prenda riferimento invece il circa
-25% dell'indice Comit. E' il caso del Sole-24 Ore (13-1-2002
a pag. 23) o de la Repubblica (25-2-2002 a pag. 36).
Ecco così che (miracolo!) spariscono le brutte figure di fondi dai
risultati disastrosi come San Paolo Azioni Italia (-24,9%) e l'intera categoria
(con un -19,9%) fa addirittura bella figura. Ma da chi arrivano confronti
falsati come questi? Molto probabilmente da qualcuno di quei cosiddetti
uffici studi di banche, fondi o sim, che in effetti sono uffici promozione
vendite".
Ma non potrebbero essere errori in buona fede delle redazioni?
"A volte sì. Il livello de giornalismo economico italiano è
così basso, che non si può escluderlo. Per averne una conferma
basta guardare lo Stupidario del Sole 24 Ore nonché altri
esempi particolarmente significativi, liberamente consultabili nella mia
pagina http://www2.dm.unito.it/paginepersonali/scienza/)".
Ma qual è la cosa che la fa maggiormente stizzire?
"Un fatto strano: gli errori sono sempre nella stessa direzione. Fanno
sempre apparire migliori che nella realtà fondi, gestioni e polizze.
Mai c'è un errore, come dire, a danno del risparmio gestito. Curioso
che la bilancia del bottegaio pesi sbagliato, ma sempre a vantaggio del
negoziante e mai del cliente...".