http://www.affaritaliani.it/jumpNews.asp?idLang=IT&idChannel=0&idNews=61199
27 agosto 2002
Giornalismo finanziario/ I buoni e cattivi maestri made in Italy
Toni trionfalistici, titoli agiografici. Per Beppe Scienza, docente di matematica all'Università di Torino, esperto di risparmio gestito e fondi pensione, l’informazione finanziaria in Italia è quasi sempre così.
"Il problema a monte - dichiara ad Affari - è che il risparmio gestito è un sistema sostanzialmente parassitario, così come la previdenza alternativa un insieme di prodotti dannosi e pericolosi. I disastri sono davanti agli occhi di tutti. E fin dall’inizio, dal 1984 quando sono nate queste forme di risparmio, la stampa italiana ha appoggiato le diverse iniziative con toni di sviscerata approvazione, anche irritanti".
Professore, fuori i nomi…
"Fin dall’inizio il settimanale Il Mondo e poi dopo anche il
quotidiano Il Sole 24 ore hanno adottato questa impostazione. Come
ho documentato nel mio libro, "Il risparmio tradito" delle
Edizioni Libreria Cortina Torino (una collezione di worst practices del
giornalismo finanziario made in Italy, n.d.r.) e come i miei lettori possono
leggere con continui aggiornamenti sul mio sito http://www2.dm.unito.it/paginepersonali/scienza/,
di esempi se ne possono portare a centinaia ".
Ma non è che spesso chi scrive di queste cose manca della
preparazione necessaria e si limita a seguire i comunicati stampa?
"Certo e questo dimostra che l’errore sta nel manico: i direttore e
i proprietari dei giornali preferiscono che siano laureati in lingue a
scrivere di queste materie. Così conoscono bene l’inglese e in compenso
non ci provano neppure a smontare le fandonie che gli propinano gli uffici
stampa di banche e assicurazioni. "
Quindi non è solo un problema di scarse competenze?
"Purtroppo no. Non è mica un caso che questi giornali e altri
giornali abbiano un atteggiamento smaccatamente favorevole ai prodotti
di quelle stesse società (banche, società di gestione, assicurazioni
ecc.) che poi comprano pagine e pagine di inserzioni pubblicitarie ".
Allora, stiliamo una classifica dei cattivi…
"Il Mondo, nell’ultimo numero (n. 34, 30-8-2002, pp. 50-62)
fornisce un esempio lampante, l’ennesimo di una lunghissima serie: dà
la parola a gestori di grandi patrimoni, riportando le loro dichiarazioni
senza nessuna critica o verifica, e in più infiora l’articolo dei
loro faccioni sorridenti e rassicuranti. Sarebbe stato meglio andare a
vedere quanti soldi costoro hanno fatto perdere ai loro clienti. Ugualmente
sfacciato è spesso Il Sole 24 Ore: basta per esempio scorrere
i titoli dell’inserto del lunedì Affari Privati. L’atteggiamento
è sempre lo stesso: tutto bene, madama la marchesa.
Si possono anche fare dei nomi, di cui ho raccolto e pubblicato numerosi
esempi: al Sole abbiamo Marco Liera (nonché Isabella
Bufacchi che farebbe bene a fare meno errori) e al Mondo potremmo
ricordare Anna di Martino e Leo Campagna, tanto per citare
firme abbastanza note.
E al Corriere?
"Ci sono per esempio gli articoli di Roberto Bagnoli sulle assicurazioni
e la previdenza privata: i suoi apprezzamenti per i loro prodotti non trovano
purtroppo nessun risconto nei fatti".
E Repubblica?
"È un po’ meglio degli altri. Fra l’altro contano anche i collaboratori
cui un giornale dà voce: restando in tema di previdenza, è
apprezzabile che la Repubblica faccia scrivere Marcello De Cecco,
noto economista, che non ripete le solite frottole sulla superiorità
delle pensioni private. Sul Sole 24 Ore invece ritroviamo
sempre Elsa Fornero che regolarmente promuove il cosiddetto secondo
pilastro e mai rivolge critiche al cosiddetto terzo pilastro (le polizze
cosiddette pensionistiche) che invece abbonda di prodotti da bocciare senza
appello ".
E gli altri giornali?
"Premesso che non sono l’Osservatorio della Stampa Economica, vorrei
solo aggiungere che noto un tono di sufficienza in testate come il Manifesto
o il Diario della settimana. Non vorrei che per loro i capitalisti
siano comunque cattivi e sia secondario che truffino o meno i clienti".
È mai stato minacciato o querelato per le sue denunce?
"Assolutamente mai. Anzi, ho ricevuto centinaia ai e-mail di apprezzamento
fra cui non poche di gestori di fondi costretti a obbedire alle direttive
societarie, impiegati di banca pungolati a vendere prodotti indecenti e
persino di promotori finanziari imbarazzati per aver rifilato ignari robaccia
ai loro clienti.
Passiamo ai buoni. Ci sarà pur qualcuno che si salva?
"Altroché, peccato che il sistema (cioè i proprietari
dei giornali) tenda a sospingerli verso ambiti meno delicati. Citerei senz’altro
Mario
Fortini, già direttore di Capital e ora purtroppo allo
Specchio
della Stampa, Giancarlo Bussetti, già direttore di
Management
e condirettore di Gente Money e ora purtroppo a Quattroruote.
Poi Alberto Farina dell’Oggi. Inoltre ci sono testate minori
come il Gazzettino di Venezia e il
Mattinodi Napoli, dove
cito Marco Esposito, che mostrano di volere informare i lettori.
Poi c’è Vita con
Giampaolo Cerri.
Quanto
ai siti Internet, salverei Affari Italiani e Miaeconomia.
Comunque nella mia pagina riporto un po’ di questi esempi positivi".
Ma che cosa deve leggere chi vuole avere un’informazione corretta
su questi temi?
"In Italia la situazione è grigia. Per le problematiche che
travalicano i confini nazionali, impari il tedesco e legga il settimanaleDer
Spiegel: sarà una faticcaccia ma ne vale la pena. Inoltre non
è male neanche la Neue Zürcher Zeitung.
Dicono
pane al pane e vino al vino e non risparmiano critiche pesanti a chi se
le merita".