Dal quadro tracciato nella mattinata, tutt’altro che incoraggiante, è emerso infatti che i recenti scandali finanziari non sono che la punta di un iceberg, frutto di un malcostume generalizzato del mondo imprenditoriale e creditizio. “Un problema che non può essere affrontato in modo schizofrenico, ogni volta che scoppia uno scandalo”, ha detto Guido Portinaro, della Segreteria Regionale Fiba Cisl Lombardia, sollecitando l’avvio di un confronto serrato, sia interno che esterno all’organizzazione, per definire riferimenti comuni e vincoli di responsabilità sociale per le imprese.
“Aziende come Parmalat, fondi comuni e assicurazioni – ha spiegato Beppe Scienza, docente di Matematica all’Università di Torino – fanno parte di un unico sistema che cavalca i propri interessi sulla pelle dei risparmiatorie dello sviluppo del Paese”.
Il docente, calcoli alla mano, ha elencato falsità e scorrettezze del mondo finanziario.
Come uscire da questa crisi di fiducia ? Secondo Vincenzo Comito, docente di Finanza Aziendale all’Università di Urbino, l’unica via percorribile è l’approvazione di una legislazione e di un sistema di controllo più rigidi. “Senza l’introduzione di nuove regole non se ne esce – ha evidenziato Comito – e, purtroppo, non sarà il disegno di legge sul risparmio a risolvere il problema: è un testo assolutamente inutile, se non dannoso. Dovremmo seguire l’esempio degli Usa, che sul fronte finanziario hanno leggi molto severe. Basta pensare che, per il reato di falso in bilancio, prevedono fino a 20 anni di reclusione.”