Finanza.com Magazine, febbraio 2006, pag. 10

Una voce fuori del coro.

Tre domande per… Beppe Scienza

Intervista di Alessandro Piu
Docente di matematica all’Università di Torino, Beppe Scienza è uno dei maggiori esperti italiani in tema di polizze vita, risparmio gestito e previdenza integrativa, temi sui quali ha scritto libri e svariati articoli e verso i quali mantiene una “sana” antipatia. A lui Finanza.com ha posto tre domande sul nuovo sistema previdenziale italiano.

Finanza.com: Sono più svantaggiosi i fondi chiusi o quelli aperti? E su quali gravano costi maggiori?

Scienza: Difficile dire cosa sia peggio. Con i fondi chiusi possono dire la loro sia sindacati che imprenditori e questi ultimi, logicamente, cercheranno di usarli per sostenere le azioni delle loro aziende, magari decotte. Nel caso dei fondi aperti invece ritroviamo e ritroveremo i soliti soggetti che, gestendo fondi comuni, dal 1984 danno ripetute prove della loro inettitudine (a voler essere indulgenti).

Finanza.com: Che conseguenze avrà, sul potenziale pensionato, il ritardo della scelta di destinazione del Tfr al gennaio 2008?

Scienza: Conseguenze solo positive. Meglio ancora se a tale rinvio ne seguisse un altro, magari di 300 o 700 anni. Più tardi i risparmi previdenziali finiscono nelle grinfie del risparmio gestito, meglio è.

Finanza.com: È vero che la somma di pensione “tradizionale” e pensione integrativa potrebbe essere insufficiente a ottenere lo stesso tenore di vita (stipendio) all’atto del pensionamento?

Scienza: Sì, ma nel senso che il rischio di una brutta fine è tanto più alto quanti più soldi vanno a finire nella previdenza privata. A parte le pensioni pubbliche, l’unica soluzione valida è investire da sé i propri risparmi.