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Geldvernichtungsmaschinen.
Non è un errore di stampa, ma l'appellativo che l'autorevole Der
Spiegel ha coniato per i fondi d'investimento e significa
letteralmente
"Macchine per distruggere denaro". In questi anni le società di
gestione sono infatti riuscite a far ottenere ai loro clienti dei
rendimenti
nettamente inferiori a quelli dei rispettivi mercati di riferimento.
Vale
a dire, ad esempio che i fondi obbligazionari hanno mediamente reso,
sul
tanto decantato lungo periodo, molto meno del mercato obbligazionario.
Su
questo argomento,
siamo andati ad incontrare il prof. Beppe Scienza, matematico che
insegna
all'Università di Torino ed autore di un libro "Il Risparmio
tradito" (edizioni Libreria Cortina, Torino) pubblicato in questi
giorni.
Nel
suo libro
emerge chiaramente come la grande maggioranza dei fondi ottenga
risultati
molto inferiori al mercato di riferimento. Com'è possibile che
questo
accada?
Purtroppo è
solo una storiella quella dei gestori professionali che saprebbero
individuare
in anticipo i titoli che poi saliranno di più. Se va bene sono
bravi
come un bambino che sceglie a caso, come provano numerose ricerche
sull'argomento.
Per altro il risparmio gestito scarica sui risparmiatori tali e tanti
costi,
che questi alla fine ottengono meno che facendo da soli.
Ma
proprio
non ci sono fondi comuni che abbiano reso meglio del mercato?
Sì certo,
qualcuno c'è. Anche alla roulette qualcuno vince, ma i
più
perdono. Così magari a gennaio si scopre che l'anno prima un
qualche
particolare fondo è andato meglio del mercato. Ma lo si sa solo
dopo e non significa niente per il futuro.
Quindi
l'idea
di rivolgersi ad una società di gestione perché un
professionista
dovrebbe riuscire a far meglio di un dilettante è sbagliata?
Sì,
anche se a prima vista sembrerebbe buona. Per di più si corrono
rischi che, facendo da soli, si evitano.
Ma
come? Il
risparmio gestito non è meno rischioso del fai-da-te?
Purtroppo è
vero il contrario, solo che la realtà viene nascosta dietro
espressioni
e termini matematici usati a sproposito (varianza stocastica, scarto
quadratico,
indice di Sharpe ecc.).
In effetti,
lo ripeto, affidarsi al risparmio gestito è più
pericoloso
che fare da sé.
Vuole
dire
ai lettori quali sono i rischi che si corrono?
Per cominciare
i rischi di malversazioni da parte della società di gestione o
dei
suoi dipendenti, come conferma il recente scandalo al San Paolo Imi,
scoperto
e reso pubblico dalla Consob, ovvero dall'organo di controllo. Poi
c'è
il pericolo che il gestore indulga in ripetute compravendite inutili
solo
per far guadagnare qualche intermediario. E si potrebbe continuare.
Accorgendosi
che il denaro viene male impiegato, i piccoli investitori dovrebbero
migrare
in massa, perché questo non accade?
Soprattutto
perché, da quando in Italia esiste il risparmio gestito, il
giornalismo
economico se n'è perdutamente "innamorato". Nel mio libro (Il
risparmio
tradito) elenco, con nomi e cognomi, oltre 300 casi di frasi
smaccatamente
ossequiose nei riguardi di banche e fondi, di confronti sbilenchi,
d'informazioni
bellamente sbagliate ecc. Ma gli esempi che si potrebbero portare sono
migliaia, in particolare anche da quotidiani e periodici specializzati.
Ci
sono giornali
italiani che commissionano studi indipendenti prima di pubblicare i
loro
consigli economici?
Di
regola no.
Perchè dovrebbero spendere soldi quando banche, società
di
gestione ecc. glieli forniscono gratis?
Perché
dovrebbero fare una cosa sgradita a chi gli compra pagine e pagine di
pubblicità?
I
fondi comuni
sono davvero "trasparenti" per l'investitore?
Ma
nient'affatto.
Basti dire che un investitore non ha mai diritto di sapere cosa
è
stato comprato coi suoi soldi, né quando né a che prezzo.
Così non ha modo di scoprire eventuali magagne. Quella della
trasparenza
dei fondi comuni è un'altra delle frottole care a banche e
venditori
porta a porta.
Per
l'investitore
è dunque impossibile, o comunque molto difficile, capire se il
gestore
sia disonesto o anche solo incompetente. Non esiste un organo di
vigilanza
a tutela dei cittadini?
Purtroppo è
una materia molto complessa, Certamente ci sono i controlli della
Consob
e della Banca d'Italia, che però non possono avere i cento occhi
di Argo. D'altronde sono recenti gli scandali della Enron, della Arthur
Andersen, della Merrill Lynch nella tanto decantata America. Per non
correre
rischi, meglio fare da soli.
Quindi,
se
una persona dovesse decidere di investire nel reddito fisso cosa gli
consiglierebbe?
Per cominciare
di non lasciarsi ingannare da chi gli sconsiglia i titoli di stato. Btp
e Cct hanno sempre reso mediamente di più dei fondi comuni
obbligazionari.
Poi può
anche cercare qualcosa di meglio, ma quasi mai gli verrà
proposto
agli sportelli delle banche, che cercano invece di rifilargli i loro
titoli.
Volendo può consultare la mia pagina su Internet
all'Università,
totalmente gratuita, all'indirizzo:
http://www2.dm.unito.it/paginepersonali/scienza/
dove indico qualche obbligazione che rende un po' più dei Btp.
Nicola
Fullin
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