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Domenica,
7 Novembre 2004, Edizione di Venezia, p. 8 |
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Il risparmio tradito. Restano le
Poste. |
Il professor Scienza al convegno della
Federconsumatori: "Non fidatevi delle banche" |
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Basta
fare come i nostri nonni. Un po' di buoni postali e un po' di titoli di
stato. La banca? Stargli alla larga il più possibile. I
promotori finanziari? Trattarli con la stessa familiarità che si
usa per gli appestati. Ecco in sunto il Beppe
Scienza pensiero.
Che poi Beppe Scienza è un matematico che
insegna all'Università di Torino ed ha messo nero su bianco quel
che pensa dei fondi comuni e delle polizze per la previdenza
integrativa: veri bidoni. Cifre alla mano anche ieri mattina al Centro
Candiani, chiamato dalla Federconsumatori, il professor Beppe Scienza
ha spiegato perché è meglio far da soli. Facciamo qualche
esempio.
Mettiamo che decidiate di fare una pensione integrativa e che
a 25 anni abbiate un reddito lordo di 22 mila 500 euro. Versate il 5
per cento in un fondo pensione aperto. Se vi va bene a 65 anni avrete
in mano 91 mila 900 euro, ma se aveste fatto da soli, con titoli di
stato e conto in posta, vi trovereste con 102 mila 700 euro. E se vi
è andata male? Con 55 mila 200 euro, la metà. La
differenza da che cosa è data? Dall'onestà della
società con la quale avete stipulato l'accordo. "Ma attenzione
che nessuno vi viene a dire che non esiste il fondo di garanzia per le
polizze vita, ad esempio e che, se l'assicurazione fallisce, siete
rovinato". Secondo esempio. Se nel 1984 aveste deciso di investire 100
milioni di lire in Bot, nel 2003 avreste avuto in mano l'equivalente di
427 milioni. Se invece quei 100 milioni li aveste investiti in fondi
comuni, vent'anni dopo vi trovereste in mano 353 milioni, cioè
73,9 milioni in meno. E sapete chi l'ha fatto questo conto? Il centro
studi di Mediobanca. I "bidoni" ai risparmiatori, dice Beppe Scienza
, bruciano ogni anno in questo Paese una ventina di miliardi di euro.
Vuol dire 40 mila miliardi di lire buttati al vento per colpa della
cattiva gestione di banche e promotori finanziari che fanno peggio di
quanto fareste voi da soli.
Ma il Convegno "Risparmio e previdenza
privata" era anche un momento di studio e di incontro tra i
risparmiatori che son rimasti scottati dal crac Parmalat. Tra Padova e
Venezia sono oltre un centinaio su 8 mila e 500 ammessi come parti
civili al processo di Milano. Processo che sta mettendo in luce tutte
le complicità e le connivenze sia degli istituti di revisione
che degli istituti bancari, come ha spiegato l'avvocato Giancarlo Moro
che assiste i risparmiatori veneti. Significa che in questo crac
Parmalat i lati oscuri sono pochi, in tanti sapevano che il buco c'era,
anche se magari nessuno poteva immaginare che avesse queste dimensioni.
Ma è certo che le banche hanno una responsabilità
notevole nel fatto di aver venduto fino all'ultimo le obbligazioni
Parmalat ai clienti, che ora si trovano per terra. Ecco perché
Carmine Quaglia e Emanuele Boscolo Bariga della Federconsumatori, hanno
gioco facile nel dire che in Italia non si rispetta nemmeno l'articolo
47 della Costituzione che pure parla di tutela del risparmio. "Se si fa
una legge che depenalizza il falso in bilancio - dice la
Federconsumatori - E' ovvio che non si tutelano i cittadini, ma i
mascalzoni".
Ecco perché, dal momento che delle banche non ci si
può fidare - né delle compagnie di assicurazione
né dei promotori finanziari - Beppe
Scienza
può dire tranquillamente che resta solo la Posta. E lo Stato.
"Comprate i buoni postali fruttiferi ordinari e i titoli di Stato
legati all'inflazione. Guadagnerete poco, ma di sicuro non perderete.
Il resto son frottole". Insomma, fate come i nostri nonni che non si
sarebbero mai fidati né dei fondi comuni né delle polizze
rivalutabili e si sarebbero tenuti i soldi nel libretto postale, sempre
pronti all'uso. (Se volete saperne di più www.beppe scienza.it)
Maurizio
Dianese
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