Beppe
Scienza, docente all’Università di Torino, contro
i “guru” del giornalismo economico Come (non) investire i risparmi di Nicola Leoni |
È
diventato il paladino dei piccoli risparmiatori che cercano un modo di
investire che garantisca una rendita piccola ma sicura, e che
soprattutto
non faccia perdere denaro. È diventato anche il nemico numero
uno
dei consulenti finanziari delle banche e dei giornalisti “guru” che
dispensano
consigli per gli investimenti che quasi regolarmente si rivelano
disastrosi
per il portafoglio del lettore che si fida.
È Beppe Scienza, docente di matematica all’Università di Torino, nemico giurato del risparmio gestito in Italia. Ha scritto sul tema anche un libro, Il risparmio tradito, per le Edizioni Libreria Cortina di Torino, con la prefazione appassionata di Beppe Grillo, altro noto fustigatore del sistema economico e finanziario. La battaglia di Scienza si è rivolta finora contro i fondi di investimento, che secondo il professore sono «una gigantesca speculazione ai danni dell’investitore», indotto ad abbandonare i titoli pubblici. Adesso si sta invece occupando della previdenza integrativa, e anche in questo caso Scienza annuncia accuse di speculazione ai danni del risparmiatore. Le analisi di Beppe Scienza, oltre che nel volume Il risparmio tradito (in libreria a 12,40 euro), possono essere esaminate anche nelle pagine personali del professore all’interno del sito internet dell’Università di Torino, all’indirizzo “www2.dm.unito.it/paginepersonali/scienza/”, che contengono tra l’altro anche stralci del libro stesso. Vi presentiamo alcuni dei consigli e dei commenti di Scienza. I TITOLI DI STATO? MEGLIO QUELLI FRANCESI «Sabato scorso è andata in onda una mia intervista sul reddito fisso. Ho spiegato perché non è affatto garantito che Bot, Cct o Btp rendano più dell’inflazione, mentre una garanzia in tal senso è offerta da alcuni titoli di stato francesi. Cioè dalle Obligations Assimilables du Trésor indexées sur l’inflation (OATi), che fra l’altro sono più sicure - non solo per questo motivo - delle traballanti proposte previdenziali di banche e assicurazioni italiane. L’investimento Bot non offre nessuna garanzia nei confronti dell'inflazione, perchè i loro rendimenti possono essere anche molto inferiore ai tassi inflattivi, diversamente da quanto molti credono. Tale errata convinzione risale, come al solito, all’ignoranza crassa della maggior parte dei giornalisti economici italiani, che spesso hanno scritto scempiaggini al riguardo. Da un ventennio le cose vanno bene, nel senso che i Bot hanno reso almeno quanto l’inflazione, ma altre volte non è stato così. I soli titoli che garantiscono un rendimento nominale maggiore dell'inflazione, e quindi un rendimento reale positivo, sono quelli indicizzati proprio ai prezzi al consumo. In Italia c’è qualche prestito non quotato (e uno solo quotato ma pochissimo trattato) che presenta tale indicizzazione, in genere con forti limitazioni». SOLE 24 ORE, VIETATO FIDARSI E ancora contro i giornalisti economici: «Per un risparmiatore fidarsi delle indicazioni del Sole 24 Ore è pericolosissimo. Basti dire che da circa un ventennio il bollettino quotidiano della Confindustria continua imperterrito a consigliare fondi comuni e polizze vita, quando fin dagli anni Ottanta era evidente che i primi erano gestiti male e le seconde erano scelte perdenti, come ripetevo già allora sulle testate cui collaboravo. Ma ora Marco Liera, responsabile dell’inserto Plus, è andato oltre e ha realizzato un piccolo capolavoro. Prendendo tre piccioni con una fava, è riuscito contemporaneamente a dare un consiglio sballato ai suoi lettori; far fare brutta figura al suo giornale; farmi guadagnare parecchi soldi a rischio zero. Infatti il 7 settembre 2002 un lettore (poveraccio!) gli chiedeva se vendere o meno le obbligazioni “Iccri 1997-2002 Borsa-3”. Era un prestito strutturato il cui valore di rimborso era ormai certo e molto maggiore del prezzo di mercato. La risposta giusta era quindi di tenersele ben strette e semmai, a quei prezzi, di acquistarne altre. Anzichè rispondere così al malcapitato lettore, Marco Liera è invece riuscito a infilare un’insensatezza dopo l’altra, mostrando per giunta di ritenere inaffidabili i dati pubblicati dallo stesso Sole 24 Ore. Dal canto mio diedi come al solito per scontato che la risposta di Marco Liera fosse sbagliata. Decisi quindi di dare un’occhiata a quelle obbligazioni e mi accorsi subito che conveniva comprarne a man bassa. Cosa che feci. Infatti il guadagno era sicuro e il rischio di perdite nullo - contrariamente a quanto scritto da Plus». I BUONI CONSIGLI DI RADIO CAPITAL Ma c’è anche qualche eccezione che il professor Scienza elogia: «Martedì 9 ottobre Radio Capital ha mandato in onda una trasmissione sul risparmio gestito che meritava essere sentita. Infatti, tanto per cominciare, dalla mia intervista non son state censurate (come altre volte) le accuse alla diffusa piaggeria dei giornalisti economici italiani, ampiamente documentate ne Il risparmio tradito. Poi, nonostante il mezzo meno adatto della carta stampata o della stessa televisione, gli autori della trasmissione sono riusciti pure a riportare dati numerici in modo chiaro e a citare esempi concreti di giornalismo indecente. Gustosa anche l’intervista con l’associazione del risparmio gestito italiano (Assogestioni), il cui portavoce non porta uno straccio di argomento valido a difesa della categoria, ma in compenso si esibisce in accuse generiche alle pregevoli analisi dell’ufficio studi di Mediobanca». |