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Banche
I "Patti chiari" è i rischi delle
obbligazioni
BEPPE
SCIENZA *
Fidarsi delle
banche italiane significa abbonarsi a
delusioni continue. Non riescono infatti a evitare le figuracce neppure
quando si sforzano di apparire competenti in tema di rischio, come
dimostra la vicenda, passata accuratamente in sordina, delle
obbligazioni Ford consigliate come particolarmente sicure.
Fiore
all’occhiello del sistema creditizio italiano è infatti il
progetto
Patti Chiari, escogitato dopo l’Argentina, la Cirio e vari fallimenti
del risparmio gestito per recuperare la fiducia della clientela. E una
delle componenti più significative di Patti Chiari è
proprio l’elenco
delle "Obbligazioni a basso rischio".
Ebbene, fra queste c’erano
fino a metà maggio le Ford 11-5-2007 (codice Isin XS0192533171),
tolte
precipitosamente dopo essersi afflosciate dell’8%, passando da 100 a
91,7. Davvero troppo per un titolo definito poco rischioso. Non si
tratta però di una macchiolina su un abito immacolato. L’intero
elenco
dei titoli di Patti Chiari è da cestinare a causa di gravi vizi
di
costruzione (vedi mio articolo
su A&F del 19-1-2004). Vi scopriamo emissioni quasi sconosciute
anche
agli esperti, quali le Kaupthing Bunadarbanki, le Tennessee Valley, le
Cdc Ixis ecc. Vi troviamo titoli con scadenza dopo una settimana,
garanzia di una perdita netta viste le commissioni intascate dagli
intermediari. Incontriamo emittenti potenzialmente esposti anch’essi a
scivoloni: Hewlett Packard, Solvay, DSM ecc. e addirittura Bosch o
Valeo, di un settore quale la componentistica, strettamente collegato
alle vicende di Ford, General Motors o Fiat.
In compenso
continuano
a essere assenti le alternative più sicure per un risparmiatore,
ovvero
i titoli di stato legati al costo della vita emessi dalla Francia o
dall’Italia (Oatei e Btpi) e le spesso boicottate Infrastrutture 2,25%,
indicizzate all’inflazione. Sarebbe curioso sapere da dove scaturisca
un elenco così farraginoso (900 i titoli dichiarati ma 1450
effettivi!)
e così inutile.
Il rischio
è una brutta bestia e non si lascia
ingabbiare in schemi burocratici e formalistici, come quelli di Patti
Chiari. Verrebbe quindi da parafrasare Georges Clemenceau, che riteneva
la guerra cosa troppo grave per affidarla ai militari. Analogamente i
soldi e gli investimenti sono faccende troppo delicate per lasciare che
ci mettano il becco le banche e i gestori italiani.
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