Si
tratta delle
obbligazioni "Infrastrutture 2019 2,25%" che sono titoli di Stato.
Ma
le banche le boicottano.
BEPPE
SCIENZA*
*Dipartimento
di matematica dell'Università di Torino
Quasi nessuno se n’è accorto, ma
da circa un mese esiste un nuovo titolo di Stato ed è
diverso da tutti gli altri, perché indicizzato al costo
della vita in Italia. Sono le Infrastrutture 2019 2,25%, diventate
particolarmente interessanti ora che aleggiano timori di una risalita
dell’inflazione. Non è un caso che la settimana
scorsa Terna sia uscita sul mercato con un titolo simile, ma
più lungo.
Una storia strana. Esse furono
emesse a inizio 2004 per finanziare la tratta ferroviaria ad alta
velocità Torino-Milano-Napoli, da parte di Infrastrutture
spa (detta anche Ispa), società subentrata
all’Anas, nota ai risparmiatori meno giovani anche per
vecchie obbligazioni quali le Crediop-Anas 1972-2002 7%.
Per altro il regolamento delle Infrastrutture era complesso ed in
inglese.
Spiega però Giovanni Battista Ponzetto, particolarmente
esperto di eurobond,
che «lo Stato garantiva i flussi pagati dagli enti a cui Ispa
erogava prestiti,
sostanzialmente i concessionari dell’esercizio delle
tratte» ma in linea di principio restava
possibile la sua inadempienza.
Infatti «era esplicitamente escluso quanto previsto
dall’art. 2362 del codice civile:
lo Stato italiano non rispondeva della solvibilità della
società, pur essendone l’unico
azionista».
Ora non è più così. Infrastrutture
è stata incorporata nella Cassa Depositi e Prestiti, poi lo
Stato s’è accollato questi titoli e il 20
settembre scorso l’assemblea degli obbligazionisti ha sancito
tale modifica. Le Infrastrutture 2019 2,25% sono ora un prestito del
Tesoro, come ad esempio i Btp-i 2017 2,1%, anch’essi titoli
reali, cioè indicizzati a prezzi di beni e/o servizi.
Ma i Btp-i sono legati ai prezzi dell’area
dell’euro, mentre le Infrastrutture a quelli italiani, come
lo erano (unico precedente) i Certificati del Tesoro Reali (Ctr)
1983-93 2,5%. È vero che l’inflazione italiana, in
passato superiore all’europea, ora è
più bassa. Ma come regola è più
prudente indicizzarsi al costo della vita di dove si vive. Non per
niente la Francia, attenta alla tutela dei suoi risparmiatori, continua
a emettere titoli legati all’inflazione francese.
Un test per le banche. Le
Infrastrutture sono interessanti anche per un altro motivo. Volete un
test per capire quanto male vi tratta la vostra banca? Dite che volete
acquistarne e magari fornite pure il loro codice internazionale (vedi
tabella). Quasi sempre ne sentirete delle belle.
Possono dirvi che non esistono, che non se ne trovano,
che il taglio minimo ammonta a 50 mila ecc. Tutte frottole.
A moltissimi è stato risposto che sono vietate ai privati.
Anche questo è falso, perché da anni
può comprarle chiunque.
Addirittura potrà capitarvi come a quel cliente del San
Paolo di Torino che,
dopo avere smontato tutti i pretesti accampati,
si sentì ribattere bellamente che rientravano in un elenco
di titoli che la banca non vendeva.
Infatti le banche vogliono rifilare i propri titoli,
obiettivamente peggiori, e s’è visto
cos’è capitato a chi ha ceduto alle loro
soffocanti pressioni.
Le Infrastrutture valgono ora circa come quando furono collocate e
cioè intorno alla pari, mentre i prezzi
di prestiti analoghi di matrice bancaria sono ruzzolati
giú. Da 100 euro le Banca Intesa 2014
(Isin IT0003724975) sono scese a 90, le Credem 2014 (Isin IT0003651186)
a 91 e così via. Peggio ancora per
le Lehman Brothers 2013 (Isin XS0176153350) monetizzabili solo intorno
agli 85 euro.
Non parliamo poi delle San Paolo 2014 (Isin IT0003662092) neppure
quotate, per cui chi voglia monetizzarle è alla
mercé della banca, in totale mancanza di trasparenza.
Urge la quotazione. Già
non si
capisce perché Infrastrutture spa non abbia richiesto la
quotazione di questo prestito in Italia, al Mot o
all’Euromot. Soprattutto non si vede perché non lo
faccia ora il Tesoro o comunque tardi a farlo. Un titolo pubblico
indicizzato all’inflazione italiana è adattissimo
ai risparmiatori italiani e non è carino da parte dello
Stato contribuire a lasciarli in pasto agli appetiti famelici delle
banche italiane e delle finanziarie estere.
L’obbligazione Infrastrutture
La
struttura
dell’obbligazione è simile a quella
dei Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’inflazione
(Btp-i), che a sua volta hanno ripreso quella delle francesi Oat-i.
Il valore nominale cresce (o scende!) in parallelo
all’inflazione (italiana, nel caso delle Infrastrutture).
Dando per esempio un ordine per comprare 1.000 euro, a causa della
rivalutazione già avvenuta di fatto si compra un valore
nominale che è attualmente pari a circa 1.070 euro, cui va
aggiunto il rateo d’interesse.
Maggiori dettagli sul meccanismo, effettivamente complicato, si trovano
nel sito del Dipartimento di Matematica
dell’Università di Torino all’indirizzo:
www.beppescienza.it
titolo
Infrastrutture
(Ispa) 2019 2,25%
codice Isin
IT0003621452
interessi
2,25% lordo annuale
scadenza cedole
31 luglio
rimborso finale
31 luglio 2019
rimborso anticipato
no
meccanismo di indicizzazione
gli interessi sono il 2,25% del capitale
rivalutato come i prezzi al
consumo in Italia e anche il rimborso sarà pari al capitale
rivalutato
garanzia
Repubblica Italiana
prezzo indicativo
100
rendimento a scadenza, ipotizzando
l’inflazione all’1,7%
circa 4% lordo pari a 1,8% annuo tolte imposte e
inflazione