Marco Liera difende una polizza vita dai risultati striminziti

Premessa: debbo questa segnalazione a un giovane lettore de "Il risparmio tradito"  (Mauro Testa, residente in Piemonte e di soli 26 anni, mauro-te@libero.it) cui lascio direttamente la parola:

«Mi permetto di citarle la rubrica La posta del risparmio dell'inserto Plus del Sole 24 Ore di sabato 3 agosto 2002. Sotto il titolo "Polizze Vita, lasciarle non è un affare sicuro", un lettore scrive lamentandosi che la polizza vita che ha stipulato nel 1994 ha reso un magrissimo 4,27% annuo.
Il lettore conclude chiedendo un consiglio al signor Marco Liera su cosa fare dei soldi finora maturati. Questo egregio signore non prospetta neanche la possibilità di riscattare il capitale e passare a qualche altra forma di investimento, ma afferma "che se un rendimento del 4% annuo (...) poteva sembrare poco fino a qualche anno fa, ora le cose sono cambiate. Quindi passare a polizze di nuova generazione... non pare una buona idea".»

Considerazioni così chiare richiedono pochi commenti: anche chi non è esperto della materia si accorge che per Il Sole 24 Ore difendere la previdenza privata è una regola apodittica, contro l'evidenza dei fatti e - soprattutto - contro gli interessi dei risparmiatori; inoltre:

Liera nella sua risposta ritorna più volte sul "rendimento minimo garantito del 4% annuo" per tali polizze. Questo è sbagliato: è garantita una rivalutazione minima annua del 4% per le prestazioni assicurate, non un rendimento minimo del 4% delle somme versate. Ciò significa che tale 4% è al lordo non solo delle imposte, ma anche dei vari (enormi) caricamenti di tali contratti.

Per di più Liera non fornisce ai poveri lettori del quotidiano della Confindustria un dato molto interessante, ovvero che i Btp nel stesso periodo (metà 1994-metà 2002) hanno reso circa l'8,5% annuo netto.

Quindi il 4,27% annuo (lordo o netto?) della polizza della Carivita del Gruppo Cariplo, citato dal lettore, è vergognasamente poco.