Risposta sballata di Marco Liera ai lettori del Sole 24 OreIl supplemento Plus del 7-9-2002 pubblica la seguente lettera nella pagina "La posta del risparmiatore" a cura di Marco Liera (pag. 13, con foto del medesimo):
"Detengo un'obbligazione Iccri codice Isin 1163150, scadenza novembre 2002. Il suo prezzo è attualmente 129,64 ma nel vostro giornale viene riportato il valore teorico di 141,63.
Tale valore corrisponderà, salvo forti variazioni del paniere sottostante, al valore di rimborso o è preferibile venderla ai prezzi attuali? Non ho problemi di tempo e posso aspettare la scadenza del titolo." E. B., via e-mailCosa bisognava rispondere? Bastava scorrere il regolamento del prestito per accorgersi che il titolo era sì indicizzato a un paniere d'azioni, ma l'ultima rilevazione era del 15-8-2002. Per cui il prezzo di rimborso ormai era fisso, comunque si fossero mossi i titoli del paniere. In particolare era 139,86 come si poteva ricavare in base al regolarmento o telefonando all'Iccri stesso. Ragionando sulla quotazione citata dal lettore, ciò significava un rendimento di periodo del 7,9% lordo dal 7-9-2002 all'imminente scadenza del 4-11-2002, corrispondente - per curiosità - a un 49,6% annuo semplice.
Quindi la sola risposta corretta possibile sarebbe stata di questo tenore:
"Il valore teorico pubblicato dal giornale è molto vicino a quello effettivo; quindi non conviene affatto venderla ai prezzi attuali."
Invece no. Infatti, tanto per cominciare, Marco Liera
Dopo di che si dilunga in commenti senza nessun fondamento e in consigli dannosi per il lettore che ingenuamente gli chiedeva cosa fare. Scrive infatti:dà implicitamente per scontato che le pagine del suo giornale siano piene di ciarpame, visto che nella sua risposta non ipotizza neppure che il dato teorico pubblicato dal Sole 24 Ore (141,63) coincida o almeno s'avvicini a quello effettivo (139,86).
- "se l'investitore volesse fin d'ora capitalizzare una parte dei guadagni, potrebbe venderne una parte (delle obbligazioni possedute). In tal caso, eviterebbe di vedere svanire il potenziale utile, nel caso le Borse dovessero in futuro scendere".
Ma no! Il prezzo di rimborso era ormai determinato in maniera irrevocabile, qualunque cosa fosse capitata alle azioni interessate (e comunque non alle Borse, come scrive Marco Liera, perché si trattava di un titolo equity-linked e non index-linked).
- "Nel caso del titolo in oggetto la rischiosità teorica è minore perché la scadenza del prestito è abbastanza vicina. Una data di rimborso a tempi medio-brevi, com'è questa, non salvaguarda da possibili andamenti negativi delle quotazioni."
Ma cosa dice? Il titolo ormai non era più indicizzato!
- "Fino a metà agosto scorso sono stati premiati gli investitori in bond e penalizzati quelli in azioni. Ma proprio nel momento in cui i prezzi dei titoli di stato hanno toccato i valori massimi, si è assistito a un'inversione temporanea della tendenza.
Non c'entra niente.La perla è però il titolo stesso dell'articolo "Se un titolo guadagna, conviene incassare", che è una massima totalmente insensata. Lo si vede bene con le obbligazioni zero coupon. Con questo principio uno dovrebbe sempre rivenderle prima del rimborso; e in genere anche molto presto. È infatti strutturale che col passare dei giorni salgano e dunque si guadagni (salvo fasi di salita dei tassi), dovendo comunque arrivare a 100 in prossimità della scadenza.
- "Il rischio che si può correre, aspettando la scadenza naturale del prestito, è che la data di rimborso possa coincidere con una fase di mercati azionari negativa."
Per tutti questi prestiti non conta la data di rimborso, ma quelle d'indicizzazione.