Editoriale
 
Il Savonarola del risparmio tradito
 
Beppe Scienza, matematico, professore all’Università di Torino nel suo libro “Il risparmio tradito” (ed. libreria Cortina Torino - 192 pagg. 24mila lire) mette sotto accusa banche, assicurazioni, promotori e giornalisti
 
di Carlo Rollo
Rispetto alla cultura economica dominante in Italia, a partire dalle apparentemente asettiche e curatissime guide divulgative del Sole-24 ore, questo testo appare rivoluzionario. Siamo quasi alla controinformazione dei tempi del Sessantotto, per capirci. Ma di ideologico, questo agile testo, ha ben poco. E’ un libro scritto da un matematico e che si basa su esempiconcreti: quasi trecento casi per smontare i luoghi comuni della cultura economica italiana, autentiche sferzate che lasciano il segno sulla schiena dell’anello debole, l’ultima cinghia di trasmissione dell’industria finanziaria, quella dei giornalisti.

Vengono esaminati nel dettaglio i prodotti tanto esaltati dalla “claque dell’informazione economica”, come viene definita da Scienza. A partire dalle polizze vita: “La tanto decantata previdenza integrativa è una presa in giro”. I difetti principali delle polizze vita sono che non garantiscono il potere d’acquisto, non proteggendo dall’inflazione, e che non sono sicure: se fallisce una compagnia di assicurazione non c’è tutela. In sintesi sono più pericolose dei titoli di stato, meno liquide, più rigide e meno trasparenti dei fondi comuni d’investimento. Anche questi ultimi sono nel mirino. Scienza dimostra che, da 15 anni a questa parte (da quando sono stati istituiti), sono stati un disastro. Per fare meglio di quelli che investono nel reddito fisso sarebbe bastato comprare Btp e Cct. Giudizio negativo (sempre documentato con dati oggettivi) anche per gli azionari:“Con una regolarità scandalosa i gestori italiani fanno peggio dei mercati dove investono”.Escono malissimo dall’analisi di Scienza anche le Gestioni patrimoniali in fondi comuni (“formula peggiore dei fondi stessi, perché meno trasparente e normalmente con costi maggiori”) e i piani di accumulazione di capitale, i pac. Critiche, sempre molto circostanziate, anche sulle obbligazioni offerte dalla banche. Nel mirino soprattutto i certificati di deposito: sono equiparabili ai Bot ma “rendono meno dei Bot, si corrono più rischi e sono meno liquidi” eppure, nonostante questo evidente svantaggio, le banche sono riusciti a piazzarli in quantità spropositate. 

Scienza, nel suo libro, mette in dubbio quelli che sono diventati ormai dogmi della cultura economica. Eccone alcuni, a titolo di esempio, tutti sistematicamente confutati dall’autore:

1) Fondi comuni e gestioni sono adatti a chi non ha tempo per seguire i propri investimenti o non è esperto di finanza (per Scienza chi fa da sé, pur non essendo esperto, ottiene mediamente di più, pur non intervenendo mai o quasi sugli acquisti iniziali)

2) Un fondo comune deve essere giudicato nel lungo periodo (il periodo non è mai abbastanza lungo quando la gestione… è fallimentare)

3) Il proprio capitale deve essere diversificato in azioni e obbligazioni (ma si dimenticano colpevolmente gli immobili, che sono fondamentali, soprattutto se si tratta di prima casa)

4) Quando si è in perdita conviene mediare i prezzi di carico (in questo modo si abbassa la perdita percentuale, ma non quella assoluta, l’unica che conta. E così si rischia di più)

5) Nel lungo periodo l’investimento azionario è sempre vincente perché nel medio-lungo termine rende di più di quello obbligazionario (non è capitato dappertutto e tanto meno è scontato che capiterà in futuro)

Dopo aver speso venti capitoli per dimostrare le manchevolezze dei principali soggetti economici e in particolare del circo dell’informazione specializzato, Scienza ne dedica uno al “Come salvarsi”, fornendo alcuni consigli pratici ai risparmiatori. Un po’ poco per chi sperava di avere qualche dettaglio in più su dove sistemare i propri risparmi ma evidentemente non è questo lo scopo del libro del professore, che in passato è stato consulente di società finanziarie e assicurative e ha collaborato a varie testate. L’impressione è che, dopo aver smascherato il sistema,Scienza spinga tutti a ragionare con la propria testa. Anche se sarebbe augurabile, in futuro, vedere in edicola un suo “manuale per il risparmiatore consapevole”, con magari in fondo una serie di formule matematiche semplificate per aiutare tutti, concretamente, a far fruttare al meglio i propri risparmi.

(11 luglio 2001, ore 13:30)

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