Rispetto alla cultura economica dominante
in Italia, a partire dalle apparentemente asettiche e curatissime guide
divulgative del Sole-24 ore, questo testo appare rivoluzionario. Siamo
quasi alla controinformazione dei tempi del Sessantotto, per capirci. Ma
di ideologico, questo agile testo, ha ben poco. E’ un libro scritto da
un matematico e che si basa su esempiconcreti:
quasi trecento casi per smontare i luoghi comuni della cultura economica
italiana, autentiche sferzate che lasciano il segno sulla schiena dell’anello
debole, l’ultima cinghia di trasmissione dell’industria finanziaria, quella
dei giornalisti.
Vengono
esaminati nel dettaglio i prodotti tanto esaltati dalla “claque dell’informazione
economica”, come viene definita da Scienza. A partire dalle polizze
vita: “La tanto decantata previdenza integrativa è una presa
in giro”. I difetti principali delle polizze vita sono che non garantiscono
il potere d’acquisto, non proteggendo dall’inflazione, e che non sono sicure:
se fallisce una compagnia di assicurazione non c’è tutela. In sintesi
sono più pericolose dei titoli di stato, meno liquide, più
rigide e meno trasparenti dei fondi comuni d’investimento. Anche
questi ultimi sono nel mirino. Scienza dimostra che, da 15 anni a questa
parte (da quando sono stati istituiti), sono stati un disastro. Per fare
meglio di quelli che investono nel reddito fisso sarebbe bastato comprare
Btp e Cct. Giudizio negativo (sempre documentato con dati oggettivi) anche
per gli azionari:“Con una regolarità
scandalosa i gestori italiani fanno peggio dei mercati dove investono”.Escono
malissimo dall’analisi di Scienza anche le Gestioni patrimoniali in
fondi comuni (“formula peggiore dei fondi stessi, perché meno
trasparente e normalmente con costi maggiori”) e i piani di accumulazione
di capitale, i pac. Critiche, sempre molto circostanziate, anche sulle
obbligazioni offerte dalla banche. Nel mirino soprattutto i certificati
di deposito: sono equiparabili ai Bot ma “rendono meno dei Bot, si
corrono più rischi e sono meno liquidi” eppure, nonostante questo
evidente svantaggio, le banche sono riusciti a piazzarli in quantità
spropositate.
Scienza,
nel suo libro, mette in dubbio quelli che sono diventati ormai dogmi della
cultura economica. Eccone alcuni, a titolo di esempio, tutti sistematicamente
confutati dall’autore:
1)
Fondi comuni e gestioni sono adatti a chi non ha tempo per seguire i propri
investimenti o non è esperto di finanza (per Scienza chi fa da sé,
pur non essendo esperto, ottiene mediamente di più, pur non intervenendo
mai o quasi sugli acquisti iniziali)
2)
Un fondo comune deve essere giudicato nel lungo periodo (il periodo non
è mai abbastanza lungo quando la gestione… è fallimentare)
3)
Il proprio capitale deve essere diversificato in azioni e obbligazioni
(ma si dimenticano colpevolmente gli immobili, che sono fondamentali, soprattutto
se si tratta di prima casa)
4)
Quando si è in perdita conviene mediare i prezzi di carico (in questo
modo si abbassa la perdita percentuale, ma non quella assoluta, l’unica
che conta. E così si rischia di più)
5)
Nel lungo periodo l’investimento azionario è sempre vincente perché
nel medio-lungo termine rende di più di quello obbligazionario (non
è capitato dappertutto e tanto meno è scontato che capiterà
in futuro)
Dopo
aver
speso venti capitoli per dimostrare le manchevolezze dei principali soggetti
economici e in particolare del circo dell’informazione specializzato, Scienza
ne dedica uno al “Come salvarsi”, fornendo alcuni consigli pratici ai risparmiatori.
Un po’ poco per chi sperava di avere qualche dettaglio in più su
dove sistemare i propri risparmi ma evidentemente non è questo lo
scopo del libro del professore, che in passato è stato consulente
di società finanziarie e assicurative e ha collaborato a varie testate.
L’impressione è che, dopo aver smascherato il sistema,Scienza
spinga tutti a ragionare con la propria testa. Anche se sarebbe augurabile,
in futuro, vedere in edicola un suo “manuale per il risparmiatore consapevole”,
con magari in fondo una serie di formule matematiche semplificate per aiutare
tutti, concretamente, a far fruttare al meglio i propri risparmi.
(11
luglio 2001, ore 13:30) |